I PRIMI STRUMENTI - Le Meridiane di Alberto Rebora

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LA RICERCA

I PRIMI STRUMENTI                                                          
Lo scorrere del tempo da sempre è stato identificato dall’uomo con l’avvicendarsi degli astri nella volta celeste, con il passaggio dal giorno alla notte e col cambiamento delle stagioni. I Greci lo chiamavano Crono divinità crudele e dispotica che mangia i propri figli così come il tempo divora  inesorabilmente le cose. Non è facile definire il concetto di tempo di cui molti filosofi e scienziati hanno scritto da Anassimandro a Bergson fino a Newton ed Einstein, da un lato il suo concetto è intuitivo e dall’altro è fondato su di una convenzione civile che dobbiamo accettare. Qui c’interessa la misura del tempo che l’uomo ha legato allo scorrere del giorno e per comodità, ma non esclusivamente, al moto apparente del Sole. Infatti, si può calcolare l’angolo orario della Luna e in astronomia, si usa il tempo siderale.
La mia ricerca doveva limitarsi a cercare di comprendere come l’uomo avesse intrapreso e risolto la misura del tempo con le ombre solari. Ricordavo che al liceo scientifico avevamo studiato le scienze della Terra: le orbite dei corpi celesti e la misura del tempo. Comprai il mio primo libro sulle meridiane cui fece subito seguito un secondo di astronomia nautica. Dovevo conoscere quel tanto di storia degli orologi solari e delle loro tecniche di costruzione che mi permettesse di riconoscere quel quadrante e restaurarlo adeguatamente. Compresi che avrei dovuto fare delle rilevazioni, ma non sapevo quali fossero necessarie. Fin dall’inizio mi resi conto che non mi sarebbe stato facile raggiungere il mio obiettivo se non ampliando la mia ricerca ad altri argomenti correlati che la mia curiosità mi portava ad approfondire. Così iniziò il mio viaggio nel tempo.
Per il mio lavoro conoscevo più di un comandante di nave (mai chiamarli "capitano" perché si offendono) che consultai per avere insegnamenti e soprattutto riscontri pratici sulle nozioni minime di astronomia che dovevo apprendere. Mi spiegarono il funzionamento del sestante che loro usavano per fare il punto nave.


        


Questo strumento andò in disuso dopo il 1991 quando gli Stati Uniti permisero al mondo di servirsi del sistema globale di posizionamento satellitare, detto GPS. Un dispositivo radio, che oggi è in dotazione ai nostri telefonini, aveva soppiantato, come già in tanti altri casi, uno strumento "meccanico". Così anche l’utilizzo degli orologi solari con l’avvento della radio agli inizi del XX secolo che trasmetteva il segnale orario non fu più necessario.
A questo punto qualcuno potrebbe pensare che far rivivere un orologio solare o costruirne uno nuovo oggi non abbia più senso pratico. Ci sono altri invece cui piace sentirsi narrare una storia come quella di Pinocchio che mi raccontava la nonna: pareva una favola, ma da quella storia imparai molto circa il viaggio dell’uomo di cui questo mio nel tempo è parte.

Il sestante, si sa, serve a misurare l'altezza delle stelle (un tempo in marina si usava l’astrolabio nautico). Di giorno inseguendo il Sole fino alla sua massima altezza possiamo individuare il mezzogiorno locale e quindi il sud. Nel gergo marinaro si definisce quest’operazione: "Fare una meridiana". Rilevata l'altezza dell'astro, si possono trovare latitudine e longitudine con calcoli di trigonometria sferica. Andai in cerca di un sestante usato ,lo trovai a Bombay (Mumbai) durante uno dei miei viaggi di lavoro. Proveniva insieme a tanti altri attrezzi nautici, suppellettili e mobili dalla demolizione delle navi che in India, in particolare nel porto di Kandla, è un’attività fiorente. Un sestante prodotto nella Germania Est negli anni sessanta che feci sistemare a Genova da Fuselli. Poi costruii un orizzonte artificiale e cominciai a usarlo sul  mio terrazzo in Ovada.




 
 
 
 
 
 
 
 
 
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